Il pesce e gli Omega 3
 

Ricetta Il pesce e gli Omega 3
Il pesce e gli Omega 3


Gli effetti favorevoli sulla salute e sul benessere da parte degli omega 3 sono numerosi. In natura, ricorda Andrea Poli della Nutrion Foundation of Italy, ne esistono essenzialmente tre tipi: l’EPA e il DHA che si trovano soprattutto nel pesce, e l’ALA presente anche in molti vegetali, come le noci, alcuni oli di semi, alcune verdure. Gli effetti nell’organismo sono diversi anche se tendono a sovrapporsi. L’EPA, in particolare, presente nei pesci grassi (soprattutto salmone, tonno e sgombro) rappresenta per l’organismo il principio base per produrre particolari molecole dotate di azione antinfiammatoria, vasodilatatoria e antiaggregante (in grado quindi di bloccare la formazione dei trombi). Il suo ruolo è quindi importante soprattutto nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, come l’infarto, ma anche del cancro e delle malattie degenerative come l’Alzheimer. Il DHA, invece, è soprattutto un componente strutturale essenziale di molti tessuti, specie quello nervoso: è quindi indispensabile per costruire e mantenere efficienti organi come il cervello, la retina, ecc.

Ad ogni età rivestono un ruolo importante nella nostra alimentazione, fondamentale nella prevenzione di alcune malattie così come in gravidanza e nei primi anni di vita. Sono gli omega 3, acidi grassi polinsaturi riccamente contenuti in alcuni alimenti come il pesce, in special modo il salmone. Basti pensare che una porzione di salmone fresco da 150 g apporta circa 2.5 g di omega 3, più dei 500 milligrammi indicati dalle linee guida internazionali come razione giornaliera ottimale necessaria per garantire una condizione di benessere. Quindi, con due porzioni di salmone si riesce a coprire il fabbisogno medio per una settimana. Ma uno studio condotto un paio di anni fa da ricercatori del nostro Paese ha rivelato che ben l’80% della popolazione italiana ha livelli insufficienti di consumo di questi acidi grassi.

Secondo alcuni studi solo i pesci grassi come i salmonidi riescono a garantire un significativo apporto di omega 3 e per avere effetti considerevoli è necessario che il pesce sia consumato non fritto. Bisogna considerare poi che questi acidi grassi si trovano soprattutto nelle parti ’grasse’ dell’animale, che quindi non andrebbero eliminate durante la preparazione, la cottura e il consumo come invece si è soliti fare.

Sembra che a beneficiare degli omega 3 sia anche l’umore: numerose segnalazioni indicano infatti che un adeguato apporto alimentare di questi acidi grassi si associa a un rischio sensibilmente ridotto di sviluppare una patologia depressiva.

Non è inoltre da sottovalutare l’apporto dietetico nelle future mamme: gli omega 3 assolvono infatti a un ruolo molto importante anche in gravidanza e nei primi anni di vita per lo sviluppo del cervello dei bambini, soprattutto tra i 6 e i 12 anni, il periodo di maggiore espansione del volume cerebrale.

L’importanza di un’adeguata disponibilità di acidi grassi polinsaturi non si arresta successivamente con la nascita: è infatti necessario che il neonato abbia un adeguato apporto di omega 3 attraverso il latte. Alcuni dati suggeriscono inoltre che un consumo di alimenti ricchi di omega 3 nelle primissime fasi della vita può ridurre le manifestazioni allergiche, ormai particolarmente diffuse tra i bambini.

L’apporto di acidi grassi polinsaturi deve essere dunque adeguato in gravidanza e allattamento al fine di permettere un regolare sviluppo del feto e una regolare crescita del neonato. In particolare, gli omega 3 svolgono un’azione significativa nello sviluppo del sistema nervoso centrale. Tra gli effetti favorevoli va ricordato che un loro consumo costante tende anche a facilitare i tempi regolari della gestazione, riducendo il rischio di parto prematuro e, secondo alcuni dati, anche di interruzioni precoci della gravidanza.

[Fonte: IGN - ADNKRONOS]

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